L’uva cambia col clima: un articolo di Lorenzo Ciccarese

L’uva cambia col clima: un articolo di Lorenzo Ciccarese

Le piante che vivono e si riproducono in una regione dipendono in gran parte dal clima: temperatura, pioggia, luminosità, ventosità e altri fattori climatici determinano la distribuzione geografica e l’abbondanza di specie e varietà in un territorio. E’ per questo che la vite non va al di là d’una quota o d’una latitudine ed è impossibile produrre vini di qualità nelle regioni tropicali o subtropicali. Dal clima dipende molto la quantità e i tipi di zuccheri, gli acidi organici, sostanze aromatiche e coloranti da cui dipende poi la qualità del vino. C’è un fatto nuovo. L’aumento della CO2 e altri gas serra sta causando un cambiamento del clima. Negli ultimi 100 anni la temperatura media globale è aumentata di 1° C e si prevede che aumenterà da 2,5 a 6,4 °C entro la fine del secolo. Se il clima è così decisivo per la produzione del vino, quali sono e quali saranno gli impatti del cambiamento climatico sulla vite e sui vini? Nei prossimi 50 anni la fascia mediterranea rischia di perdere l’85% della produzione, ma nuove aree del Nord Europa e dell’America potranno aprirsi alla coltivazione della vite. In un pianeta sempre più caldo i vini saranno più robusti, meno freschi e vivaci. In Italia molte aree di alta collina potrebbero diventare adatte alla vite: in Valtellina, la zona di coltivazione del nebbiolo, da cui si ricavano Sassella e Inferno, potrebbe salire a breve di circa duecento metri. Di fronte a questo scenario l’industria viti-vinicola deve reagire e adottare le giuste misure di adattamento. Quali possono essere le contromisure da mettere in campo? Per approfondire l’argomento è possibile leggere l’articolo completo che Lorenzo Ciccarese ha scritto per La Provincia, quotidiano di Como, pubblicato il 2 settembre scorso. Lorenzo Ciccarese, già membro del CSI Comitato per la Salvaguardia dell’Imparzialità di ICEA, è oggi membro del Consiglio di Amministrazione, nonché responsabile dell’Area per la conservazione delle specie e degli habitat presso l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA). Ciccarese si è distinto, in particolare, per aver contribuito con la sua attività di ricerca sui cambiamenti climatici all’assegnazione del Premio Nobel per la Pace 2007 all’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC). Per leggere l’articolo cliccare qui: Scaricare l’articolo