LA RICERCA DI UN NUOVO MODELLO ECONOMICO

LA RICERCA DI UN NUOVO MODELLO ECONOMICO

Il 7 novembre, ICEA ha avuto il piacere di prendere parte al convegno “La ricerca di un nuovo modello economico. Simbiosi ed economia circolare guidano la crescita dei distretti produttivi”.

L’incontro è stato organizzato dal magazine I,We – Inclusion, Welfare, Environment, edito da Gruppo EcoEridania, insieme alla casa editrice Edizioni Este, in collaborazione con FIAP

(Federazione italiana autotrasportatori professionali).

Un appuntamento che si è svolto in occasione della 26ª edizione di EcoMondo a Rimini, evento di riferimento in Europa per la transizione ecologica e i nuovi modelli di economia circolare e rigenerativa.

È stato un interessante momento di approfondimento su tematiche di grande rilevanza nell’ottica di un futuro sostenibile, arricchito dagli interventi di relatori di grande spicco moderati da Chiara Lupi, Direttrice Editoriale Este.

Parlando di simbiosi industriale “è impressionante la velocità con cui si sviluppano le innovazioni tecnologiche”, ha dichiarato durante il suo intervento il Ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin.

Il focus del dibattito è stato sulla simbiosi industriale e l’economia circolare, il binomio per un nuovo modello economico integrato di distretti industriali che mette in rete non solo le materie ma anche energia, acqua, scarti e know how. Si tratta di un modello in grado di ridurre i costi di produzione, rendendo le imprese più competitive e i distretti stessi più sostenibili e rispettosi dell’ambiente. Inoltre, economia circolare e simbiosi possono creare nuove opportunità di lavoro, stimolando l’innovazione e la crescita economica.

Simbiosi industriale – ha spiegato Ada Rosa Balzan, Direttrice di I,We – significa aggregare le aziende che possono lavorare insieme, dove lo scarto di una può diventare materia prima per un’altra. Questo processo permette di ridurre i costi di gestione e smaltimento, CO2 e anche i rischi legati agli spostamenti, perché non bisogna dimenticare che la sostenibilità abbraccia anche un aspetto sociale.

Se da un lato la circolarità accelera la transizione verde, dall’altro permette anche la nascita e lo sviluppo di nuovi soggetti economici e industriali. A raccontare un progetto con questo scopo, Camilla Colucci, Co-founder & CEO Circularity e vicepresidente Innovatec con deleghe ESG.

Nel corso del convegno è intervenuto, fra gli altri, Alessandro Peron, Segretario Generale FIAP, che ha spiegato la necessità di mettere in campo incentivi per permettere alle imprese il recupero delle materie prime, diventando così autoproduttive. L’Italia è il quarto paese esportatore al mondo ma, di fatto, non ha materie prime. Il rifiuto, nell’ottica dell’economia circolare, può essere un’opportunità. A questo, ha fatto seguito l’intervento di Pierpaolo Parodi, Direttore Logistico Gruppo EcoEridania, che si è focalizzato sulla necessità di ridurre la quantità di energia utilizzata per il trasporto, attraverso l’utilizzo di veicoli idonei e la corretta manutenzione. Il biocarburante è l’elemento che, in questo momento, fa la differenza per dare una svolta.

Per superare le difficoltà implementate della simbiosi, è necessario un confronto con stakeholder pubblici e privati. Di questo si è discusso con Laura Cutaia, Presidente SUN- Symbiosis User Network ENEA.

La visione di ICEA è stata illustrata dal Direttore Tecnico, Mariano Serratore, che ha spiegato l’importanza della tracciabilità necessaria in questo nuovo modello di simbiosi industriale. La tracciabilità presuppone un processo di garanzia del processo produttivo e delle materie prime utilizzate. Per questo, la certificazione crea valore per l’azienda e per il consumatore finale. La tracciabilità è, quindi, sinonimo di trasparenza che crea un valore aggiunto ad un approccio di simbiosi industriale.

A chiudere i lavori, l’intervento di Fabio Fava, Professore ordinario di biotecnologie industriali e ambientali Scuola di Ingegneria dell’Università di Bologna e presidente Comitato Scientifico di EcoMondo, sull’importanza della bioeconomia per la creazione di un ecosistema più resiliente e sostenibile che riesca a rigenerare la biodiversità.