Cosa succede nel mondo del BIO?

Cosa succede nel mondo del BIO?

Qual è il ruolo degli Organismi di Controllo?

L’attenzione mediatica riservata al Biologico in questi ultimi mesi deriva soprattutto dal fatto che non si tratta più di una “nicchia di mercato” bensì di un settore che cresce con incrementi percentuali a due cifre e che da alcuni anni non conosce crisi.

I consumatori scelgono il biologico per moda o per radicate convinzioni, le istituzioni (sia locali sia a livello europeo) sostengono con appositi incentivi l’agricoltura biologica per tutelare l’ambiente e i territori, oltre che per invertire gli effetti dell’uomo sui cambiamenti climatici e per promuovere forme alternative di economia locale.

In un contesto così vivace e in veloce trasformazione non possono mancare gli “interessi” di chi intende approfittare in modo spregiudicato (o illecito) di un mercato in evoluzione, mettendo in discussione il nostro lavoro e i valori stessi che sottendono la certificazione. Gli organismi di controllo sono stati pensati, voluti e creati dai produttori biologici per “certificare” la loro diversità rispetto alle aziende di produzione convenzionale. Nel tempo si è ritenuto necessario “sganciarsi” dal cordone ombelicale dell’associazionismo per essere meglio garanti della terzietà e imparzialità richieste al controllore. Affinché le attività di controllo continuino a fornire adeguate garanzie a produttori e consumatori le attività da mettere in campo divengono sempre più articolate ed approfondite.

Nel corso degli ultimi anni infatti alcune filiere significative del biologico, in particolare quella dei cereali, dell’olio extra vergine di oliva e di alcuni ortaggi, sono state oggetto di frodi che il nostro Istituto ha affrontato insieme ad altri Organismi di Controllo e alle Autorità Pubbliche preposte alla vigilanza. Pur disponendo di consolidati strumenti di verifica preventiva, in diversi casi, abbiamo soppresso le indicazioni biologiche e declassato ingenti quantitativi di prodotto trasformato e pronto per la commercializzazione o immesso sul mercato.

Tali interventi di soppressione e declassamento delle produzioni oggetto di frode, imposti dalla legge per tutelare il mercato e i consumatori, provocano ingenti danni economici e di immagine ad operatori intervenuti solo nelle fasi finali della filiera di produzione che, acquistando materie prime dichiarate falsamente biologiche, diventano le prime vittime della frode e protagonisti delle cronache giudiziarie e giornalistiche.

Ciò che è chiaramente emerso per noi addetti ai lavori, diventando di dominio pubblico attraverso alcune ricostruzioni giornalistiche, è che l’attuale sistema di controllo ha consentito di individuare e smascherare la quasi totalità di illeciti che riguardano il settore. Anche le truffe più eclatanti alla ribalta delle cronache sono state scoperte e denunciate dal sistema di controllo, ora si tratta di migliorare i tempi di reazione, poiché in molti casi il danno, per alcuni anelli della catena e per gli stessi Organismi di controllo, sarebbe stato meno grave se si fosse intervenuti con maggiore tempestività.

ICEA, come Istituto per la certificazione etica ed ambientale, intende sostenere in modo particolare le imprese che condividono i principi etici, ambientali e sociali che sono alla base dell’agricoltura biologica, dove il biologico che vogliamo certificare ha uno stretto legame con il territorio, offre un decisivo contributo alla crescita sostenibile della sua economia, è portatore della cultura locale più profonda, non sfrutta il lavoro delle persone, ha regole semplici “a prova di truffa” e offre tutti gli elementi al consumatore per fare scelte consapevoli.

Attraverso il nostro lavoro di Organismo di Controllo, e nei tavoli di coordinamento a cui partecipiamo, intendiamo ribadire questi concetti e lavorare affinché possano trovare applicazione concreta nel nostro tessuto produttivo e divenire modello di riferimento.

Concludo con un accenno alle modalità di consumo, tema che necessita di un dibattito urgente a tutti i livelli. Oggi il Biologico vive una forte contraddizione nel fatto che i benefici della crescita del mercato non siano equamente ripartiti tra produttori e distributori: a livello europeo la maggior parte dei flussi è incanalata nella Grande Distribuzione Organizzata, senza precisi riferimenti in etichetta al territorio di produzione, favorendo invece l’utilizzo di materie prime di importazione per poter rendere disponibili grandi quantità di merce a prezzi molto bassi.

Per un ente di certificazione come ICEA, nato e cresciuto nel territorio proprio grazie alla spinta dei produttori più motivati a valorizzare la biodiversità, il prodotto tipico e metodi produttivi improntati ai principi della sostenibilità, vedere l’affermarsi di logiche di mercato che hanno una mission molto diversa (quando non in antitesi), impone un supplemento di riflessione sul proprio ruolo, sugli strumenti a disposizione e sulle azioni che possono essere “messe in campo” a beneficio del settore (con particolare riferimento a tracciabilità, trasparenza, etica del lavoro, produzione tipica, semplificazione).

Se la qualità di un’organizzazione corrisponde alla capacità di mantenere le promesse in un processo di miglioramento delle condizioni economiche, sociali ed ambientali, raggiungendo anche obiettivi specifici, questa organizzazione – ICEA – vuole consolidare e sviluppare alcuni requisiti di base che consentano di monitorare le proprie prestazioni, imparare dai propri errori, imparare dagli altri e con gli altri. Elementi decisivi di questo processo sono le persone: chi si consuma le mani nei campi e chi macina documenti e chilometri per controllare aziende, prodotti e processi: un patrimonio umano che costituisce valore, persone straordinarie che hanno in comune un’idea di sviluppo economico sociale ed ambientale e per il quale offrono conoscenza, esperienza ed inesauribile energia.
A tutte queste persone, unite dalla passione per il biologico e per le cose buone, orgogliose di fare ogni giorno cose normali e nel migliore dei modi, vorrei porgere un ringraziamento e un incoraggiamento a continuare così, anche se talvolta manca il giusto riconoscimento o, peggio, ci si trova coinvolti in campagne denigratorie. Motivo in più per non abbassare la guardia.

Pietro Campus | Presidente ICEA

 


Sette passi nel miglioramento

A conferma della consapevolezza del proprio ruolo nel sistema ICEA sta da tempo lavorando ad alcune novità operative sul Piano dei Controlli per prevenire gli illeciti e per tutelare chi crede nel Bio. Cogliamo questa occasione per evidenziare e ribadire le principali azioni di miglioramento già adottate da ICEA, riferite a “conflitto di interessi” dei Tecnici-controllori, alle tariffe di controllo, alla tracciabilità delle filiere a rischio e all’incrocio dei dati digitali tramite piattaforma informatica.

  1. Gestione dei conflitti e rotazione dei tecnici. Con una delibera del CdA del 2011 (prima che fosse oggetto di circolare Ministeriale) ICEA è intervenuta su ogni forma di potenziale conflitto di interesse e con l’obbligo di rotazione dei tecnici-controllori per evitare “connivenze” tra controllore e controllato.
  2. All’incremento del mercato del BIO corrisponde una sempre maggiore necessità di materia prima e di trasformato d’origine biologica che trova nell’importazione la principale forma di approvvigionamento: per questo motivo ICEA svolge anche analisi di prodotto alla frontiera (dogana) prima che il prodotto entri sul mercato. Il criterio per le analisi si basa sui fattori di rischio legati al Paese di provenienza e al prodotto stesso.
  3. ICEA ha investito fortemente nel sistema informatico-informativo, quindi ha adottato dal 2013 un piano di monitoraggio delle filiere “a rischio” attraverso l’incrocio di dati disponibili su una piattaforma informatica (RAI – Registro Aziendale Informatizzato).
  4. In una logica di coordinamento con gli altri organismi di controllo ICEA ha sostenuto ed aderito alla piattaforma informatica promossa Federbio.
  5. ICEA ha avviato un percorso strutturato di ricerca e di ascolto (ICEA Chiama) ed individuato le tematiche sulle quali far convergere le future azioni di miglioramento e di sviluppo:
    Sicurezza, Qualità, Identità, Sostenibilità; in particolare segnaliamo come espressione di una inclinazione alla cultura del rispetto delle regole, la decisione ICEA di implementare un sistema certificato di misure organizzative e preventive attraverso l’adozione di un Codice Etico con collegato modello di gestione e Comitato di vigilanza.
  6. Chiusura di ICEA Romania. Risale 16/12/2015 la decisione unanime dell’Assemblea di ICEA di dismettere l’attività di ICEA Romania “per l’impossibilità di svolgere servizio di controllo e certificazione in quel contesto, ancora immaturo e dove le colture parallele sono permesse in assenza di un sistema coordinato, aggravato da forti resistenze delle autorità nei confronti degli organismi stranieri e alla difficoltà di reperimento e formazione di personale romeno (come previsto dalla normativa locale)”. Il provvedimento di sospensione del Ministero Rumeno è quindi arrivato successivamente alla nostra cessazione delle attività in Romania (7 aprile 2016) e contestualmente alla consegna di tutta la documentazione relativa alle aziende controllate.