Custodire la terra

Custodire la terra

Un convegno a Bergamo per ribadire come bio e bellezza possano salvare il mondo

Custodire la terra è il titolo programmatico del convegno ideato e organizzato a Bergamo dal prof. Luciano Valle in collaborazione con Coldiretti. Valle è docente di etica all’Università di Pavia, presidente del centro di etica ambientale di Bergamo, e consulente dell’Istituto di Certificazione Etica e Ambientale (ICEA) con cui ha da tempo avviato, approfondito e consolidato i percorsi tematici che sono stati oggetto del convegno stesso.
In estrema sintesi il progetto strategico delineato da Valle considera l’agricoltura biologica non più (e non solo) come una nicchia finalizzata ad ottenere pur validi risultati sulla sostenibilità di prodotti e processi, bensì come ambito da valorizzare in quanto “via regia” per una nuova idea di sviluppo di civiltà che parte dall’agricoltura ma si allarga ad includere i vari rami del sapere e della prassi.
“Se è vero che l’agricoltura biologica può custodire la bellezza della terra – ha ribadito Valle durante il convegno –, è la bellezza stessa che può salvare il mondo, riorientando tutto il campo del pensare e dell’agire umano”.
Con questa illuminata premessa, e con il duplice scopo di promuovere il Bio-Distretto locale e trasferire conoscenza a giovani studenti di agronomia e delle scuole alberghiere, sono state introdotte le relazioni. ICEA era presente, ed ha portato un contributo al dibattito attraverso un focus sul tema della certificazione come elemento di garanzia di qualità per i consumatori e come fattore qualificante di una scelta di carattere etico da parte delle aziende che si indirizzano al biologico.
Sull’etica sono tornati tutti i relatori della giornata, da Don Cristiano Re (direttore dell’Ufficio pastorale sociale e del lavoro della Diocesi di Bergamo), ad Alberto Brivio e Lorenzo Bazzana della Coldiretti, e Claudia Sorlini dell’Università degli studi di Milano.
Abbiamo particolarmente apprezzato la scelta dei temi di questo appuntamento – ha commentato Giuliano D’Antonio, intervenuto per conto di ICEA – perché è stato mantenuto un approccio su due binari paralleli: quello formativo, con il passaggio di competenze e nozioni specifiche sull’agricoltura biologica ai molti ragazzi che sono intervenuti, e uno ben più importante ovvero il richiamo alla responsabilità personale per tutte le questioni che attendono i comportamenti del singolo nel lavoro fondamentale di custodia e cura del nostro pianeta attraverso attività agricole più sostenibili”.
L’agricoltura biologica per quanto talvolta oggetto di cronaca per illeciti di mercato (che vengono alla luce proprio perché il settore è altamente controllato) e i BioDistretti – soprattutto quelli più attenti alle tematiche sociali come quello di Bergamo – rappresentano infatti un’opportunità di sviluppo per i territori, compatibile con le esigenze di limitare l’impatto ambientale e meritano quindi un accurato passaggio di informazioni e di conoscenza anche perché, come confermano i dati di ICEA, in molti casi le non-conformità rilevate in fase di controllo e certificazione sono più una conseguenza della mancata conoscenza delle normative che non vere proprie frodi con obiettivi speculativi.